


Quando si mangia la verdura è la storia del mondo che si inghiotte, in un unico ortaggio si incontrano la grande storia e la storia dei ricordi di ognuno di noi: le conquiste, la via delle spezie, l’apertura di passaggi marittimi, il commercio tra gli Imperi, l’economia, la diplomazia e la politica mescolati a storie di madri e padri, di nonne e nonni, cucine e dispense piene di sapori. Parlare di verdure significa quindi partire alla ricerca di un territorio, di una cultura, significa ritrovare le tracce di una storia che si insinua nell’etimologia di una parola, il viaggio di un prodotto da regione a regione, di Paese in Paese, da una sfera simbolica a un’altra perché le carote fanno gli occhi belli e i bambini nascono sotto i cavoli? passare da un orto a una poesia, da un quadro a un’ortolana, una di quelle signore con la voce squillante che spingevano il carretto per le strade tessendo le lodi delle loro insalate appena colte; da una canzone a un conquistatore che trasporta nuovi germogli e condimenti nelle murate della sua caravella. Significa viaggiare nello spazio e nel tempo, dalla sfera collettiva a quella più intima, significa incrociare i nostri sapori e le nostre domande, esperienze, curiosità. Nel baccello di un pisello, nei semi di un pomodoro, nell’amaro amabile del cardo e del carciofo, nelle foglie e nei gambi del ravanello che buttiamo via senza pensarci si nascondono tesori
Tratto dal libro "La favolosa storia delle verdure" di Évelyne Bloch-Dano
Mangiare di stagione vuol dire prima di tutto mangiare saporito! Scegliendo verdure fresche e raccolte secondo la loro maturazione naturale porterai in dote al tuo palato una ricchezza straordinaria e unica.
Perché non vale lo stesso fuori stagione? Perché, anche se di stagione in un altro paese o continente, le zucchine che porterai sul tavolo a dicembre avranno probabilmente viaggiato per giorni oppure saranno state conservate a lungo in celle frigo. Perché allora non attendere qualche mese per godere di un sapore pieno in cucina? Mangiare di stagione vuol dire anche mangiare salutare perché le verdure non hanno bisogno di trucchi per crescere, soprattutto se scegli prodotti da agricoltura biologica, senza additivi sconosciuti. In aggiunta, cambiare i cibi in tavola secondo le stagioni vuol dire diversificare in automatico l’apporto di vitamine, sali minerali e altri nutrienti di cui il tuo organismo ha bisogno.
Le piante che seguono il loro normale ciclo di vita presentano una quantità maggiore di nutrienti e principi attivi e apportano la giusta quantità di calorie in relazione al periodo dell’anno. Questo significa che le proprietà nutrizionali di un determinato alimento, se è coltivato fuori dalla sua stagione abituale, potrebbero risultare “falsate” e quindi esserci meno utili.

Oggi è vero possiamo trovare (e acquistare) ogni tipo di frutta e verdura in ogni mese dell’anno. Questa disponibilità infinita, però, vuol dire sostenere costi maggiori che verranno inevitabilmente inclusi nel prezzo finale. Quali costi? Le maggiori spese per la produzione fuori stagione, ovvero per gli artifici che sfidano il clima avverso, ad esempio con additivi per la coltivazione oppure ricorrendo a serrre riscaldate. I costi di conservazione, ad esempio nelle celle frigo in cui sono immagazzinati i prodotti per periodi più o meno lunghi in attesa di essere richiesti (e spediti a destinazione), e/o. I costi per il trasporto dalle regioni (o dai paesi esteri) in cui il prodotto è di stagione, fino a giungere al supermercato sotto casa. Come risparmiare? Scegli le verdure nel mese giusto, così da evitare che il prezzo ti faccia pagare la scelta di acquistare un prodotto fuori stagione.

E in questo periodo di crisi non è poco. Dato che gli ortaggi di stagione non hanno bisogno di serre, non si consuma energia aggiuntiva per farli crescere e maturare: sfruttano già quella del sole. Se poi scegliamo prodotti a km zero, coltivati cioè vicino al luogo di residenza, il risparmio è ancora maggiore, perché abbatteremo anche i costi di trasporto.

I maggiori costi sono economici ma anche e soprattutto ambientali. Un tir che attraversa l’Europa con dei pomodori esotici, le celle frigo che tengono buone le verdure anche per settimane e la produzione in serre riscaldate mentre fuori magari si gela sono tutte attività energivore che consumano in definitiva benzina (combustibili fossili) e aria pulita. Pensa anche alla biodiversità: perché limitarsi alla varietà prescelta per essere prodotta fuori stagione, se basta aspettare alcuni mesi per avere l’intero arcobaleno di sapori che frutta e verdura anche nelle diverse specificità regionali da nord a sud sono in grado di offrirti in stagione? Scegli quindi cibi locali, vicini, conosciuti. La filiera corta è la prima e migliore garanzia che i prodotti che porti in tavola siano davvero freschi e genuini.
I peperoni o le zucchine a dicembre hanno un costo ambientale elevatissimo: per farli crescere servono grandi serre riscaldate e illuminate che richiedono molta energia, spesso proveniente da combustibili fossili. Anche pesticidi e fertilizzanti utilizzati per i cibi fuori stagione sono di sintesi, quindi derivati dal petrolio. Gli ortaggi fuori stagione, dunque, risultano molto inquinanti. Se poi provengono da altri Stati e aggiungiamo il costo ambientale dei trasporti (su strada o aerei), ancora di più! Tutto ciò significa anidride carbonica che si va ad aggiungere a quella già presente in atmosfera, incrementando l’effetto serra e peggiorando la situazione globale

Cambiamo il mondo un pasto alla volta. Mangiare verdure di stagione ogni giorno può avere un grande impatto su ciò che abbiamo intorno. Con la consapevolezza del grande potere che parte proprio dal nostro piatto. Così da essere davvero buoni, in tutti i sensi.

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